Il territorio di Grutti era di certo noto in epoca romana, ma doveva essere conosciuto già nel periodo etrusco. Del periodo romano risalgono le molte tracce rinvenute nelle campagne dell’altopiano: bronzi, pesi, monete, mosaici, parti di edifici ed iscrizioni.
Il castello medioevale, cuore del paese di Grutti, è stato costruito sopra un preesistente insediamento romano e la sua posizione strategica e il territorio ricco di materie prime (campi fertili, boschi, cave di travertino e sorgenti d’acqua) favorirono lo sviluppo dell’agricoltura e dell’artigianato.
Nel castello e negli insediamenti vicini vivevano contadini, fabbri, falegnami, scalpellini, conciatori, macellai, tutte attività che sono state tramandate fino ai giorni nostri come un’eredità custodita gelosamente. Tra le attività presenti a Grutti spiccavano quella del mulinaio e del macellaio che era la più vivace, sia perché ogni casa colonica aveva nel sottoscala una stalla adibita ad ospitare il maiale e sia perché in ogni famiglia contadina una o più persone si occupavano della macellazione e della preparazione di insaccati, prosciutti, salsicce e, in occasione di eventi particolari, della porchetta.
Questa maestranza veniva richiesta anche al di fuori dell’ambito familiare. Il mulino e il frantoio del borgo sono stati funzionanti fino al 1940 e dei quattro forni esistenti nel castello ce n’è ancora uno in Via del Mulino realizzato nel 1665 e utilizzato in passato per cuocere la porchetta e fino a pochi anni fa anche il pane.
Nella prima metà del 1900, alcuni membri delle famiglie Benedetti, Biondini e Natalizi videro nella produzione della Porchetta una risorsa economica da integrare a quella agricola, così, a dorso d’asino prima e con carretti e mezzi con motore poi, iniziarono a raggiungere i paesi vicini in occasione di feste patronali, fiere e poi mercati, festeggiamenti che duravano tutto il giorno in compagnia anche di un buon vino.